icerbox Corey Tiamat by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

26

Elvi

Elvi si svegliò cercando di urlare. Non ricordava il sogno, solo la sensazione opprimente di paura e di paralisi. Lo sforzo di farsi sentire che era parso protrarsi per ore, anche se tutto quello che era riuscita a emettere era stato un debole gemito, abbastanza forte da riportarla allo stato cosciente, cosa che la lasciò nell’oscurità, madida di sudore e grata per un’altra manciata di ore insonni.

L’appartamento era una cortesia dello stato laconiano. Due letti, entrambi con un autodoc incorporato, uno per lei e uno per Fayez che, fortunatamente, aveva ancora il respiro pesante e profondo. Non aveva bisogno di guardare per sapere che non lo aveva svegliato, ed era grata anche di questo. Non accese la luce. Il suo bastone era accanto al letto e lo trovò abbastanza facilmente. Fece leva per posizionarsi sul bordo del materasso, si fece coraggio e ruotò le gambe al di là di esso. Avvertì un dolore infernale, ma solo per pochi secondi. In realtà sollevarsi in piedi la fece sentire meglio e constatò che si appoggiava meno di prima al bastone.

I terrori notturni erano però piuttosto intensi.

Sforzandosi di non fare tanto rumore da svegliare il marito, attraversò l’oscurità fino all’armadio. I servitori avevano lasciato delle vestaglie per entrambi, spessi indumenti di cotone foderati di qualcosa che poteva essere seta. Infilò una manica alla volta, annodò la cintura e uscì nel cortile fino a raggiungere una panca di pietra intagliata con complessi disegni matematici, come qualcosa che provenisse da una moschea.

I ricordi che aveva del salvataggio erano quantomeno frammentari. Rammentava di aver dato l’ordine dell’evacuazione di emergenza del Falcon, di aver ripreso conoscenza nello spazio normale e di aver richiesto aiuto. Di aver strisciato fino a Fayez attraverso il sangue e il gel dei sedili a smorzamento. Quella parte era molto nitida, poi seguivano alcuni momenti di lucidità nei quali cercava di legare la cintura di un sedile intorno al polpaccio di Fayez per usarla come laccio emostatico. A un certo punto aveva deciso che stava perdendo troppo sangue, aveva inserito la mano nel buco che aveva nella gamba e l’aveva chiusa a pugno per applicare una pressione uniforme. Quella avrebbe probabilmente dovuto essere la parte peggiore – il suo polso che svaniva attraverso la pelle della sua stessa gamba come in un errore di elaborazione grafica, ma quello che aveva provato sul momento era stato orgoglio per aver elaborato una soluzione aggraziata. Applicare il laccio emostatico era stato difficile.

Le avevano detto che era stata cosciente quando era arrivata la nave di soccorso, ma lei non lo ricordava. Avendo letto i rapporti sapeva che Jen era sopravvissuta e la stavano curando altrove, in città, che l’ammiraglio Sagale era morto, con parte della testa staccata dal corpo e che Travon era stato dichiarato disperso perché era impossibile che fosse sopravvissuto da qualche parte senza il braccio che si era lasciato alle spalle.

Le perdite nel resto dell’equipaggio erano simili. Circa la metà era sopravvissuta, ma nessuno ne era uscito illeso. Anche il Falcon era stato stabilizzato e portato a casa per essere risanato.

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